Coronavirus: 620 volontari Anpas Abruzzo impegnati dall’inizio dell’emergenza
Dal supporto alle autorità presso i Centri Operativi Comunali (COC) e agli operatori sanitari delle ASL per lo screening COVID-19 sul territorio, all’allestimento delle tende pre-triage negli ospedali, dai presìdi per la sorveglianza sanitaria presso l’aeroporto di Pescara, al supporto e assistenza alla popolazione nelle zone rosse, dalla distribuzione di mascherine chirurgiche alla popolazione e consegna a domicilio di farmaci e beni di prima necessità, alla gestione del banco alimentare: oltre 6500 le attività svolte sul territorio regionale dai volontari delle 35 pubbliche assistenze del Comitato Anpas Abruzzo.
Dall'inizio dell'emergenza a oggi sono 620 le volontarie e i volontari che, oltre alla copertura di tutte le attività connesse all'emergenza coronavirus (COVID-19), hanno garantito anche tutti i servizi sanitari ordinari e di soccorso in emergenza su tutto il territorio regionale.
Il presidente Anpas Abruzzo, Stefano Di Stefano: “Leggo questo “report attività” con le lacrime agli occhi, commosso e gratificato come un padre che legge la pagella del proprio figlio prode.
Sicuramente non sono i dati, i risultati che ci classificano, ma il vostro profuso impegno in un periodo così subdolo dove ognuno di voi ha dovuto dare il massimo mettendosi a disposizione delle comunità; con elevato senso del “dovere” avete messo a repentaglio la sicurezza sanitaria di ognuno di voi e quella dei vostri famigliari, facendo in modo che il vostro contributo giungesse nelle case delle genti abruzzesi a sostegno di chi, in quel periodo, era meno fortunato e bisognevole di soccorso o protezione.
Momenti difficili per tutti che, grazie anche al contributo di ognuno di voi, abbiamo superato con estrema capacità.
Noi del Comitato, per quanto ci è stato possibile, abbiamo monitorato ogni situazione critica, circostanze che vedevano coinvolti voi volontari, salvaguardando la vostra salute con l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione e di ogni altro necessario presidio.
Un plauso a tutti i Presidenti delle Associazioni aderenti al nostro Comitato, per aver coordinato ogni singola attività messa in atto sui propri territori, garantendo anche e soprattutto la continuità delle attività quotidiane.
Insomma, siete stati protagonisti vincenti di una guerra ipocrita combattendo il nemico silente direttamente al fronte e, come alla fine di ogni battaglia, ci si conta, ci si cura le ferite (si! perché di ferite ne abbiamo riportato) ma, soprattutto, ci si riorganizza per continuare a dare il meglio di noi, a tendere nuovamente la nostra mano alle genti d’Abruzzo.
Il periodo di emergenza ci ha costretti a “segnare il passo” nelle attività già programmate, nella formazione, negli impegni sociali, ma la nostra determinazione ed il nostro spirito di sacrificio saranno maestri per una scintillante ripresa.
GRAZIE ragazze, GRAZIE ragazzi”
COVID-19: Volontariato e lavoro. L'appello di Stefano di Stefano, presidente del Comitato Anpas Abruzzo, alla Regione ABRUZZO
01 maggio 2020 - "I nostri volontari (così come quelli di CRI e Misericordie) non sono potenziali untori, ma silenti attori protagonisti di questa emergenza Covid-19."
L'integrazione, formulata il 24 aprile 2020, del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” - Modalità di ingresso in azienda dei lavoratori (punto 2, secondo capoverso) recita:
“Il datore di lavoro informa preventivamente il personale, e chi intende fare ingresso in azienda, della preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS”.
Detto in parole povere: tutti i volontari che negli ultimi 14 giorni hanno svolto attività di volontariato ed hanno avuto “contatto” con pazienti positivi o asintomatici, non possono tornare al lavoro. Questa situazione sta generando non pochi problemi tra i volontari preclusi dalle loro attività lavorative e le Associazioni che si trovano a fronteggiare la carenza degli stessi nelle attività quotidiane e di emergenza.
Ritengo, cosi come sostiene la Direzione Anpas Nazionale, che il lavoro e la libertà da parte dei cittadini di associarsi siano, entrambi, diritti sanciti dalla Costituzione, senza discriminazione alcuna.
A ciò aggiungo che il personale soccorritore delle associazioni di volontariato attivo nelle operazioni di soccorso per Covid-19 è già sottoposto a sorveglianza sanitaria.
In una comunicazione inviata al Ministero della Salute e al Ministero del Lavoro, condivisa con il Terzo Settore, Anpas chiede una modifica normativa affinché non vengano discriminati, sui posti di lavoro, i volontari, attori fondamentali per la gestione della emergenza Covid 19.
I volontari Anpas sono donne e uomini che, adeguatamente formati e preparati, svolgono attività di prevenzione del rischio di contagio virale, effettuando quotidianamente servizi di soccorso sanitario e trasporti ordinari sul territorio.
La Regione Lombardia ha normato al riguardo, precisando che “…l’operatore sanitario o altra persona impiegata nell'assistenza di un caso sospetto o confermato di COVID-19 NON è da considerarsi “contatto” quando l’attività assistenziale viene condotta con l’utilizzo completo e corretto dei Dispositivi di Protezione Individuale (definizione “caso sospetto” e di “contatto stretto”). Per l’operatore asintomatico che ha assistito un caso probabile o confermato di COVID-19 senza che siano stati usati gli adeguati DPI per rischio droplet o l’operatore che ha avuto un contatto stretto con caso probabile o confermato in ambito extralavorativo, NON è indicata l’effettuazione del tampone ma il monitoraggio giornaliero delle condizioni cliniche. In assenza di sintomi non è prevista l’interruzione dal lavoro che dovrà avvenire con utilizzo continuato di mascherina chirurgica. In presenza di sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5°C) è prevista l’interruzione temporanea dal lavoro, in coerenza con l’art. 1 comma 1 lettera b) DPCM 08 marzo 2020. Per questa tipologia di lavoratori al fine di poter garantire la ripresa della attività nel minor tempo possibile è prevista l’esecuzione del test”.
Chiedo l’intervento della Regione Abruzzo affinché si pronunci in merito a quanto rappresentato, con l’auspicio che si allinei alle giuste disposizioni impartite dalla Regione Lombardia, quali “conditio sine qua non” per la tutela del lavoratore volontario, ben diverso da un qualunque cittadino che, sfortunatamente, ha avuto contatto con persone positive.
Stefano DI STEFANO
Presidente Regionale ANPAS Abruzzo
Volontariato e lavoro. Anpas: “non vengano discriminati i lavoratori impegnati in attività di volontariato per contrastare l'emergenza COVID-19".
Volontariato e lavoro. Anpas: “non vengano discriminati i lavoratori impegnati in attività di volontariato per contrastare l'emergenza COVID-19". Il personale soccorritore delle associazioni di volontariato attivo nelle operazioni di soccorso per Covid-19 è già sottoposto a sorveglianza sanitaria.
27 aprile 2020 - In una comunicazione inviata al Ministero della Salute e al Ministero del Lavoro, condivisa con il Terzo Settore, Anpas chiede una modifica normativa affinché non vengano discriminati, sui posti di lavoro, i volontari, attori fondamentali per la gestione della emergenza Covid 19.
I volontari Anpas sono donne e uomini che, adeguatamente formati e preparati, svolgono attività di prevenzione del rischio di contagio virale, effettuando quotidianamente servizi di soccorso sanitario e trasporti ordinari sul territorio.
In merito alla integrazione, formulata il 24 aprile 2020, del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, Anpas pone l’attenzione sulle punto 2 riguardante le modalità di ingresso in azienda che al secondo capoverso recita:
“Il datore di lavoro informa preventivamente il personale, e chi intende fare ingresso in azienda, della preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS”.
Nella nota inviata ai ministeri Anpas sottolinea che questa indicazione rischia di creare problemi (che si sono peraltro già verificati) ai volontari che svolgono servizio nelle associazioni ANPAS (oltre che Misericordie e CRI) impegnati in prima linea, fin dai primi momenti, nell’emergenza COVID-19.
“A nome delle 935 Pubbliche assistenze e degli oltre 100.000 volontari Anpas”, si legge nella richiesta di modifica “proponiamo come di seguito:
“Il datore di lavoro informa preventivamente il personale, e chi intende fare ingresso in azienda, della preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 senza aver utilizzato i dispositivi di protezione individuale secondo le linee guida ISS e indicazioni del SSN a livello Regionale o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS".
Oppure, in alternativa, si propone l’aggiunta di un articolo/comma nel quale si recita come di seguito esplicitato:
“Comma _ Èescluso dagli obblighi di cui all’Articolo .... Comma .... il personale soccorritore delle associazioni di volontariato attivo nelle operazioni di soccorso sanitario per l’emergenza Covid-19 in quanto già sottoposto a sorveglianza sanitaria e che abbia utilizzato i dispositivi di protezione individuale secondo le linee guida ISS e indicazioni del SSN a livello Regionale”.
Tutti i nostri volontari operano nel pieno rispetto delle norme, utilizzando adeguati dispositivi di protezione necessari per evitare il contagio attivo e passivo del virus. Oltre alla condivisione dei vari protocolli con le aziende sanitarie locali, infatti, sin dall'inizio dell'emergenza Anpas è impegnata in un costante presidio di tutela della sicurezza per la salute dei volontari e degli operatori anche attraverso formazione riguardante i dispositivi di protezione individuale. Oltre ad essere un obbligo normativo, infatti, la tutela della sicurezza e la salute dei volontari è punto fondamentale dell'agire di Anpas e delle pubbliche assistenze.
La comunicazione è stata trasmessa anche a Croce Rossa e Misericordie, le altre due principali organizzazioni di volontariato sanitario che stanno operando in questa emergenza.
fonte ANPAS
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